martedì 31 agosto 2010

PIALASSA BAIONA: UN DEGRADO DA RISANARE

RAVENNA E TURISMO: PIALASSA BAIONA, UN DEGRADO DA RISANARE.

31 agosto 2010
Questa estate il turismo dei nostri lidi è stato al centro di un dibattito intenso fra le Istituzioni, gli operatori e la gente comune.

I lidi di Ravenna hanno il vantaggio di avere spiagge accoglienti, ampie, spesso non fagocitate dalla speculazione immobiliare. Sono valorizzati da scorci paesaggistici molto suggestivi a ridosso proprio delle località turistiche: le pinete di San Vitale e di Classe, le zone umide, le valli.

Spiagge e zone naturali retrostanti vanno considerate come un tutt’uno perché possono offrire al turista la possibilità di arricchire la sua permanenza, alternando alla spiaggia passeggiate in ambienti naturali molto belli.

Detto questo, la realtà si manifesta in ben altro modo.

Se si fa un giro nella pialassa Baiona, dietro Porto Corsini e Marina Romea, si resta sconcertati e umiliati da quanto degrado può produrre l’incuria e l’ignoranza.
Lo abbiamo fatto e per non tediarvi con descrizioni, vi mostriamo le foto, più eloquenti di ogni parola.

Una serie di capanni e di ricoveri per imbarcazioni ricopre l’area, specie a ridosso della strada, dove l’eternit (cemento e amianto) regna sovrano. Un materiale cancerogeno utilizzato, in quel contesto, per le coperture dei capanni, per gli arginamenti, sbarramenti delle acque, tamponamenti, ecc.

La lamiera arrugginita serve a fare il resto. Inoltre rifiuti abbandonati: plastica, batterie di automobili, pneumatici di varie dimensioni, rottami di auto, roulotte, camper, relitti di imbarcazioni, traversine da ferrovia. Una vera e propria discarica abusiva di “rifiuti speciali” !

I numerosi capanni ( sono tutti regolari ? ) sono sprovvisti di fogna per cui i gabinetti e i lavandini scaricano direttamente nella valle così si “pastura” visto che poi si pesca e si mangia il pescato.

Evitiamo di entrare nel merito dei fondali della Baiona che essendo stati per anni a diretto contatto con il polo chimico, conservano una ricca e diversificata tipologia di inquinanti (mercurio e altro).

Quasi per ironia della sorte, il sito è classificato con la sigla ZpS, cioè zona protetta speciale e fa parte del Parco del Delta.

Cosa mai può pensare un turista che si avventuri in questa zona, nel vedere questa vasta galleria del fai da tè più grossolano e pericoloso per la salute ?
Ravenna non può consentire una simile realtà perché vorrebbe dire che al turista stiamo rifilando un “bidone” e non un soggiorno.

Crediamo che sia ora di affrontare radicalmente il problema da parte delle autorità preposte e delle organizzazioni imprenditoriali che si occupano di turismo perché forse siamo stati strabici e tolleranti per troppo tempo.

L’intervento previsto dal Comune sull’isola degli Spinaroni ( 330.000 euro in due stralci) è il benvenuto, ma si tratta di poca cosa e rischia di toccare marginalmente l’entità del degrado esistente.

Perché non costituire un consorzio o altra forma di società per la bonifica della zona che veda coinvolti Istituzioni, enti, imprenditori, pro loco, associazioni, singoli cittadini ?

Carlo Zingaretti e Enzo Pezzi

Ravennadomani

lunedì 9 agosto 2010

IL CINEMA ASTORIA RIAPRE ?

ACCORDO FATTO PER LA MULTISALA ASTORIA




9 agosto 2010

L’Astoria avrà un futuro, almeno così pare.
Da fine ottobre ( perché così in là nel tempo ?) dovrebbe riprendere la
programmazione cinematografica dopo che Cinema City l’ha rilevata, prendendo in
affitto i locali dall’ACMAR, con la benedizione del Sindaco che si è
prontamente dichiarato soddisfatto per l’accordo raggiunto.

Cinema city avrà dunque il monopolio del cinema nella nostra città e questo
non ci piace affatto, avremmo preferito un altro gestore che desse senso ad una
concorrenza fra due modi di vedere l’intrattenimento cinematografico.

Abbiamo già detto che Cinema city è troppo “american style” e temiamo che
venga esteso anche all’Astoria, omologando tutto e tutti.
Ma quello che più ci inquieta sono le dichiarazioni dei dirigenti della
società. Uno di loro dice a proposito del ruolo dell’Astoria “…penso a film in
lingua originale, cinema d’autore, proiezioni accompagnate da degustazione o
aperitivi, in collaborazione con Slow Food, con portate a tema…”.

Una multisala che imita il Teatro socjale di Piangipane ?
L’Astoria come “riserva indiana”, per pochi, pochissimi cinefili votati al
martirio ? ( ci viene in mente Fantozzi e la corazzata Potemkin).

Un modo di fare intrattenimento cinematografico che non si trova in città ben
più grandi e ben più impegnate culturalmente di Ravenna, così piccola e
provinciale.

C’è qualcosa che non torna.

Vorremmo che il nostro sindaco, a nome della città, cercasse di capire meglio
se si tratta di cosa seria o solo di un pretesto per arrivare a chiudere (o
trasformare in discoteca ?) definitivamente l’Astoria che se, come dicono, non
si reggeva con il cinema “normale” difficilmente si potrà reggere con un cinema
per “eletti”, che a Ravenna difettano un po’, nel senso che sono rari.

Nelle attività commerciali spesso si eliminano i concorrenti rilevandone le
attività per poi chiuderle. Così si mantiene il monopolio.
Che sia il caso dell’ASTORIA ?

Carlo Zingaretti
Ravennadomani

giovedì 5 agosto 2010

UN'OPINIONE SU MARINA DI RAVENNA E LE ORDINANZE

Un’opinione su Marina di Ravenna e le ordinanze.


5 agosto 2010

Bisogna uscire da questa contrapposizione “ordinanze sì, ordinanze no”. È un
braccio di ferro sterile che non serve a vedere e risolvere i problemi.
Utilizzare le ordinanze come terreno di scontro politico, titillare questa o
quest’altra fazione non giova non solo al turismo ma neanche ad una politica
attenta ai giovani.

Dispiace poi che certi operatori assumano la veste delle vittime e dipingano
il sindaco come un “provocatore arrogante”. Tutto si può dire ma questo mi
sembra davvero troppo.

Che le cose a Marina di Ravenna dovessero cambiare è patrimonio di tutti ed è
inutile negarlo. Che le ordinanze abbiano contribuito ad interrompere una
sciagurata tendenza al permessivismo esagerato e allo sballo facile è
altrettanto sacrosanto ed è quello che la popolazione e i turisti di Marina
chiedevano da tempo.

Bisogna prendere atto di questo, lasciarsi alle spalle “rimpianti”, affrontare
i problemi della località in maniera costruttiva avendo presente che non ci si
improvvisa imprenditori turistici, che sono necessari investimenti, che va
presa in esame la località nel suo insieme e non solo la spiaggia.
Si può avere la spiaggia più bella del mondo ma se fuori di essa le cose non
sono “giuste” la spiaggia non funziona da sola.

Ho già indicato in un altro lettera i punti di forza di Marina di Ravenna e
non li ripeterò.
Noto soltanto che il turismo in generale è più attento alle condizioni di
contorno di una località ed in questo ha una grande rilevanza il decoro urbano
e soprattutto l’ambiente.

Bene quindi la riqualificazione retrodunale, ma non basta.
Un turista, e anche noi ravennati, vuole ritemprare lo spirito e il corpo. Se
vede un ambiente poco accogliente, degradato, inquinato, insicuro se ne va in
località più “vergini”, che ci sono e che sono molto vicine e noi.

Il divertimento ha la sua importanza, l’intrattenimento anche, gli eventi sono
fondamentali, ma bisogna curare l’ambiente, il “clima” generale, non quello
meteorologico ovviamente che non è alla nostra portata per fortuna!, altrimenti
facciamo discorsi di breve periodo che non daranno prospettive a nessuno,
operatori turistici e turisti compresi.

Carlo Zingaretti
Ravennadomani.