giovedì 24 giugno 2010

TURISMO A MARINA DI RAVENNA: ALLARMISMO INTERESSATO ?

24 giugno 2010

La stagione turistica è iniziata male. Un clima bizzarro impedisce alle
località balneari di decollare e gli operatori denunciano su tutta la riviera
un crollo nelle presenze.

Chi più agita i dati del deficit turistico è Marina di Ravenna forse con un
desiderio recondito, a voler pensar male: la voglia di ripristinare il
“modello Marina”, una località balzata in vetta alle classifiche non per la
bellezza del suo mare, non per l’intensità del suo programma di iniziative
estive, ma solo per lo “sballo facile” che ha richiamato in passato giovani da
tutta la regione e dalle regioni limitrofe.

Le ordinanze del Sindaco hanno dato uno stop a questo modello ed ora, con un
“fuoco di sbarramento” via via più serrato, sembra che si stia cercando di
indurre l’Amministrazione ad annacquarle, complice il maltempo. Anche le
organizzazioni imprenditoriali del turismo, pur se in maniera discreta e
velata, fanno capire la necessità di “maggiore attenzione” alla crisi di Marina
di Ravenna.

Il problema di come superare la crisi di presenze, se permangono i trend
negativi, è di primaria importanza per l’economia cittadina e va certamente
affrontato con tutte le energie disponibili ma non si può pensare di
ripristinare modelli del passato che non hanno nulla di imprenditoriale e non
hanno certamente qualificato Ravenna.

Marina di Ravenna deve risolvere diversi problemi, principalmente di ordine
logistico: viabilità, parcheggi, accoglienza alberghiera, collegamenti fra
parcheggi e zona balneare, intrattenimento, ecc…, se vuole diventare una
località turistica di richiamo. Problemi disattesi da troppo tempo dall’
Amministrazione comunale che deve correre ai ripari. Dalla sua ha diversi
aspetti positivi da valorizzare:
1. Un moderno ed attrezzato porto turistico, di grande dimensione, che ne fa
uno degli approdi migliori dell’Adriatico. L’impressione è che su Marinara
siano più le polemiche che i progetti di valorizzazione e questo è un problema
da superare.

2. Ha grandi spiagge, stabilimenti balneari belli e accoglienti, ma le vie di
accesso sono assolutamente improponibili. Sono gli stessi stradelli di 40 anni
fa, sgarrupati e polverosi.

3. ha una bella pineta, che andrebbe ampliata verso l’entroterra.

4. è una località viva e reale, con una popolazione consistente che vi risiede
tutto l’anno. La speculazione immobiliare non l’ha devastata come è successo in
altre località.

5. ha una stupenda passeggiata lungo la diga foranea che andrebbe
valorizzata.

Queste ed altre riflessioni potrebbero essere il punto di partenza per un
rilancio non effimero della località.

Carlo Zingaretti
Ravennadomani

martedì 8 giugno 2010

BASSONA: PIU' DECISIONE


Bassona, ci vuole più decisione !

8 giugno 2010
La “Bassona” è quel tratto di litorale e ambiente circostante che inizia a
sud di lido di Dante, dopo l’ultimo stabilimento balneare e arriva alla foce
del Bevano, adiacente all’Ortazzo e Ortazzino.

Anche quest’anno, con la stagione estiva, ricomincia il “tormentone Bassona”,
ormai entrata nell’immaginario della gente come l’oasi dei nudisti o, meglio,
dei naturisti, termine più di moda.

Ha iniziato il Prefetto di Ravenna il 28 maggio scorso con la seguente
dichiarazione, riportata dalla stampa locale: “il problema non sono i naturisti
ma lo scarso rispetto per l’ambiente. Stiamo arrivando alla completa
distruzione delle dune e della pineta e questo non è ammissibile. La civiltà
passa attraverso l’autogestione ( ? ) e se i turisti che frequentano la zona
non sono abbastanza responsabili dobbiamo intervenire: il problema non è il
naturismo ma il mancato rispetto dell’ambiente”.

E’ del 5 giugno la notizia, divulgata dalla Guardia Forestale e dal Comune,
che inizia la “fase uno” che prevede la graduale limitazione della spiaggia
libera disponibile per la balneazione che sarà di 700 metri. Questa fase
prevede una campagna informativa, un presidio della zona da parte della Guardia
Forestale e della Polizia Municipale. In un secondo momento chi dovesse
trasgredire alle limitazioni subirà una multa di 50 euro, poco più del costo di
una giornata passata in un stabilimento balneare, quindi un deterrente poco
efficace.

Queste le dichiarazioni.

Per rendersi conto della realtà è sufficiente percorrere il sentiero che
collega lido di Dante alla Bassona, a ridosso delle dune.
Nonostante ci sia il divieto di praticare il nudismo tutto quel tratto di
spiaggia è frequentato da nudisti, con annesso seguito di “guardoni” ed
“esibizionisti” e dagli “amanti della natura incontaminata”

Le dune si rovinano a forza di sopportare il via vai dei nudisti, dei guardoni
e di quelli che, pur se in costume, vanno a fare il sole in quella spiaggia,
perché “amanti della natura incontaminata” !
I rifiuti lasciati ammucchiati lungo il sentiero confermano l’assurdità della
situazione.

Il problema non è disquisire se si debba o no consentire il nudismo. Il
problema vero è se si vuole o no preservare la Bassona e la zona circostante.
Se sì, bisogna interdire la spiaggia alla balneazione ed emanare precise e
vincolanti regole di accesso a tutta quell’area naturale, come nelle nostre
pinete, come nelle zone di elevato interesse naturalistico. Non c’è altro
mezzo.

Per il bene di tutti non si può più considerare quell’area come luogo per
prendere il sole o fare il bagno in mare, ma solo come area naturale fruibile
per motivi di studio o per passeggiate sotto la guida di guardie forestali o
di accompagnatori autorizzati.

Le misure che si sono prese ed enunciate il 5 giugno, NON sono all’altezza del
problema, sono di difficilissima applicazione, sono il solito compromesso che
non risolve nulla.

Concludo con un’altra annotazione. Nell’area a ridosso della foce Bevano
esistono una quantità di capanni abusivi (documentati anche dalle fotografie).
Visto che l’assessore all’Urbanistica Gabrio Maraldi ha recentemente affermato
che sono stati dichiarati abusivi dal Consiglio di Stato, perché non vengono
demoliti ? Non convince la spiegazione che devono essere i proprietari a
doverlo fare: e se non lo fanno ? E se salta fuori una sanatoria, un cavillo
giuridico che legalizza tutto quel ciarpame ? Non può provvedere il Comune o
il Parco del Delta ?

Tutta l’area va riportata ad oasi naturalistica per un turismo consapevole e
rispettoso della natura.

E per fare questo non possono volerci decenni !

Carlo Zingaretti
Ravennadomani