lunedì 24 maggio 2010

PROSEGUE LA DISCUSSIONE SUI PROGETTI URBANISTICI DEL CANDIANO

Si anima la discussione sui progetti di urbanizzazione attorno al canale Candiano !

24 maggio 2010
Noto con favore che anche i Radicali ravennati hanno le nostre preoccupazioni
circa lo sviluppo degli interventi lungo il Candiano. La dichiarazione fatta da
loro domenica 23 maggio e apparsa su Ravennanotizie “no ad opere firmate da
architetti prestigiosi che non siano utili alla città” non la condivido perché
ai “noti architetti” si potrebbero sostituire “anonimi architetti” con
risultati ben peggiori, però la preoccupazione di creare qualcosa di non utile
alla città si può condividere.

Poi avanzano una proposta un po’ singolare, quella di prosciugare oltre un km
del canale Candiano, quello che inizia dalla darsena di città, per costruire
un parcheggio sotterraneo e per realizzare, in superficie, un Central Park “de
noatri”.

Non è una proposta originale, come ricordano gli stessi Radicali, ma risale ad
anni fa e fu elaborata, se non ricordo male, dall’Associazione industriali di
Ravenna, in un periodo in cui Ravenna era in forte sviluppo, quando era la
capitale dell’impero Ferruzzi-Gardini.

Ognuno ha pieno diritto di avere i suoi sogni urbanistici e presentarli alla
città. Mi chiedo però se i sogni siano sostenuti da un “conto economico” e se
si crede che Ravenna, anche considerando i turisti, abbia davvero bisogno di
questo parcheggio sotterraneo che sarebbe di dimensioni colossali, tali da far
invidia a chi il Central Park lo ha davvero!

Quando parlo di conto economico mi riferisco non solo all’investimento che
bisognerebbe effettuare, che pure è un aspetto rilevante. Ravenna ha altre
priorità da chiedere al Governo di finanziare:
1. la E45 da rendere transitabile e sicura;
2. la E55 per collegare Ravenna e il suo porto al nord est d’Italia e d’
Europa;
3. l’ampliamento della circonvallazione esterna di Ravenna che attualmente è
un pericoloso e stretto “budello”, privo di corsie d’emergenza, con un traffico
pesante ben al di sopra delle sue possibilità;
4. un potenziamento dei collegamenti ferroviari, che da decenni sono da
terzo mondo.

Queste solo per indicarne alcune. Con i tempi che corrono, le congiunture
nazionali e internazionali dubito che tutto sia ottenibile, dubito che le
priorità di Ravenna siano priorità nazionali, purtroppo.

E se sarà difficile finanziare opere strategiche, sarà ottenibile un
finanziamento per creare un mega parcheggio e un parco ? Ravenna ha un proprio
“tesoretto” da destinare a questo scopo ? Ci sono privati che sono in grado di
finanziare una tale opera ?

L’altra parte del conto economico da approfondire è quella relativa alla
crescita della città e che ho già richiamato in una precedente presa di
posizione.
Ravenna è in una crescita tale da richiedere questo tipo di investimento ? E’
dubbia la sostenibilità dello sviluppo urbanistico delle aree lungo il
Candiano, figurarsi questo ulteriore investimento. Altro che cattedrale nel
deserto !

E’ bene stare con i piedi per terra ! Ravenna è una delle tante città di
provincia e se guardiamo ai suoi indici di crescita demografica e di sviluppo
in genere, neanche fra le più dinamiche.
Il tombamento del Candiano non è una priorità e potrebbe essere un errore
chiudere una via d’acqua fra la città e il litorale. A me piace pensare ad un
Candiano via d’acqua verso i lidi e collegamento con lo scalo marittimo
turistico, quello delle crociere.

Sono le aree attorno al Candiano che non devono essere cementificate, non
cementifichiamo anche il Candiano, per favore !

Carlo Zingaretti
Ravennadomani

venerdì 21 maggio 2010

PROGETTI E SPECULAZIONI LUNGO IL CANALE CANDIANO

Grandi trasformazioni lungo il canale Candiano !



21 maggio 2010
Qualche tempo fa il Comune di Ravenna ha dato l’incarico ad un prestigioso
professionista di coordinare e “accelerare” gli interventi di valorizzazione
delle aree che si affacciano sul canale Candiano, come prevede il Regolamento
Urbanistico Edilizio.

Un programma varato da tempo e che ha già consentito la realizzazione di
diversi grandi condomini ben visibili da via Trieste e che speravamo di non
dover vedere più.

Il professionista ha evidentemente lavorato bene perché di recente sono stati
presentati due importanti progetti di valorizzazione, uno ad opera della CMC e
uno ad opera di ITER. Certamente ne seguiranno altri (tralascio, per non
allargare troppo il discorso, di parlare dell’ex SAROM su cui ci sono progetti
costruttivi molto ambiziosi,).

I progetti citati prevedono varie tipologie: centri direzionali, commerciali,
residenziali, di intrattenimento. Una nuova colata di cemento per rifare il
volto di una zona vecchia e non più di moda della città.
Ravenna cambierà sicuramente aspetto ( in meglio ? forse, ma più anonima,
conforme ai canoni architettonici di moda adesso e comuni a tante città ) ma
questa riconversione pone alcuni interrogativi a cui è bene non sottrarsi.
Determina nel contempo delle ricadute più che prevedibili sulle strutture
produttive ancora presenti, poche per la verità.

La più nota, perché è di adesso e riguarda 80 lavoratori, è la vicenda della
PANSAC una fabbrica adiacente alle aree che verranno “valorizzate”.
Forse la crisi dell’azienda ha ragioni più complesse e di altra natura, però
risulta difficile non collegare la crisi della PANSAC con la voglia di
realizzare un’appetitosa speculazione immobiliare sull’area dove sorge la
fabbrica, ben inserita nella nuova zona di espansione urbanistica.

Gli interrogativi a cui non ci si può sottrarre sono:
1. Ravenna ha davvero bisogno di questa ulteriore espansione, nelle tipologie
presentate ? Non sembra di cogliere questo bisogno, anzi l’impressione è
che a Ravenna in questi anni si sia costruito moltissimo, troppo per le sue
esigenze e che ci sia una grande quantità di invenduto. Si sente dire di
diversi subfornitori “pagati” dai costruttori con appartamenti e non con
denaro, come invece avrebbero bisogno. Non è un indicatore di un mercato
immobiliare saturo e fermo? Con i prezzi delle case molto alti, l’invenduto è
destinato ad aumentare, complice la crisi internazionale in atto che restringe
il numero dei possibili acquirenti.

2. Se si costruisce tanto e si vende poco, riusciranno le imprese a
sopravvivere o assisteremo a fallimenti o a crisi in una misura tale da
compromettere la stabilità della nostra economia? Ci sono una gran quantità di
esempi di “bolle immobiliari” finite tragicamente. La più nota è quella
americana che a momenti travolge il mondo intero. Ravenna è altra cosa ma anche
le sue risorse per fronteggiare situazioni di crisi sono molto più modeste. E’
una preoccupazione che non può essere in capo solo alle imprese direttamente
interessate ma riguarda tutta la comunità. C’è da sperare che le banche
sappiano far bene il loro mestiere !

3. Il territorio di Ravenna è stato fortemente cementificato in questi anni.
La nostra economia si regge molto, forse troppo, sull’edilizia. Ma è uno
sviluppo sostenibile e duraturo questo che si prefigura o rischia di entrare
in crisi visto che ripropone il proliferare di appartamenti, uffici, negozi ?
Può trascinare nella crisi altri settori, come il turismo ad esempio ?
Bisogna pensare “in grande”, non si devono porre dei limiti allo sviluppo, si
deve guardare al futuro. Queste saranno le risposte, le più benevoli, a
queste osservazioni e certamente non sono del tutto fuori luogo. Se però i
grandi progetti non sono compatibili con le risorse che esprime il territorio,
e queste ultime non ce le possiamo né inventare né sperare che qualcuno ce le
regali, si rischia di costruire delle cattedrali nel deserto e credo che
nessuno lo desideri.

Carlo Zingaretti
Ravennadomani

lunedì 3 maggio 2010

RAVENNA PER I GIOVANI, FA ABBASTANZA ?

3 giugno 2010


Mi è piaciuta la foto del nostro sindaco, scattata nell’estate 2009, che con la faccia sconsolata versava nelle fogne un secchiello di superalcolico.

Bene, mi sono detto, finalmente si affronta la questione dello sballo !

Sono seguiti dei manifesti, pochi, bruttini, pressoché “invisibili” per quanto riguarda il messaggio. Poi alcuni incontri con le scuole.

Lo scorso giovedì, 27 maggio, un incontro in Comune con la presenza del Prefetto ha riproposto il tema con l’impegno di formulare un piano per combattere la cultura dello sballo. All’incontro hanno partecipato la responsabile del SERT, alcuni assessori, rappresentati delle forze dell’ordine, organizzazioni sindacali, l’Ufficio scolastico provinciale, il CONI, rappresentanti delle scuole, della Consulta del volontariato, Ascom, Confesercenti, associazioni studentesche. (sicuro che ci fosse anche qualche giovane e che potesse intervenire fra tanti rappresentanti ?).

Si è trattato di un altro passo avanti, ma forse un colpo di acceleratore non ci starebbe male.

Tutti sappiamo che per fermare lo sballo bisogna intervenire nei costumi e nei modelli di vita che si sono consolidati nei giovani e che nascondono interessi economici enormi, capaci di farsi valere se si sentono minacciati (tutti noi ricordiamo la vicenda delle discoteche aperte tutta notte ).

Per modificare certi modelli e i comportamenti conseguenti, occorrono interventi a largo raggio, di lunga durata, un impegno continuativo e oneroso, anche economicamente parlando.

E’ fondamentale che il tutto rientri all’interno di politiche rivolte ai giovani perché se l’attenzione si focalizza troppo o solo sullo sballo, rischia di essere percepita come intervento “pedagogico”, “proibizionista”, “repressivo” e sarebbe come gettare benzina sul fuoco.

Avviare un percorso per poi arrestarlo finirebbe per deludere i giovani stessi e per consolidare i modelli che si intendono combattere.

Ma queste sono tutte cose ben note a tutti.

Di che attenzione godono i giovani nella nostra città ? Si dovrà partire da qui per mettere in piedi dei programmi di lavoro.

Qualche osservazione “spannometrica”, ma con intenti costruttivi:

• Sono attivi alcuni centri sociali, che dovrebbero servire come punti di aggregazione, ma alcuni di essi sono fatiscenti e quindi richiamano poco.

• C’è qualche progetto rivolto ai giovani, gestito da cooperative sociali, senza il necessario risalto.

• Le istituzioni culturali, le fondazioni, le biblioteche e tutto ciò che a che fare con la cultura organizzano molti eventi a Ravenna, ma non mi sembra che ci sia una manifestazione che abbia come destinatari i giovani.

• Non abbiamo eventi culturali o sportivi che mettano in risalto la specificità culturale e la predilezione giovanile per artisti o sport non “tradizionali”.

Forse occorre un maggior dialogo, diretto e continuativo, fra Amministrazione e giovani, non solo in occasione di iniziative organizzate tipo “sindaci per un giorno”. In passato il Comune ha fatto la faccia feroce contro i writer e contro quei giovani che hanno atteggiamenti e comportamenti non omologati. Le regole devono essere rispettate da tutti, ma bisogna saper parlare con tutti i giovani.
Non sarebbe il caso di istituire una struttura comunale ad hoc che in maniera strutturata e continuativa si occupi di organizzare eventi ed iniziative che abbiano come riferimento i giovani ?

Magari a dirigerla potrebbe essere chiamato un giovane, anche anagraficamente parlando, con uno staff scelto da lui.

Tutti ci sentiamo giovani, ma l’età anagrafica, in certi casi, ha la sua importanza !

Carlo Zingaretti
Ravennadomani