Le notti di Ravenna vanno ripensate.
Ci fa piacere che la Confesercenti esprima un parere altamente positivo per la notte d’oro appena trascorsa, al contrario di noi che abbiamo espresso un parere critico. La diversità è un ricchezza. Qualche annotazione aggiuntiva però crediamo sia necessaria.
Chi ha avuto modo di passare per il centro si è reso conto di una cosa: era impossibile circolare perché le vie e le piazze erano intasate da tantissima gente che ascoltava musica a “tutto busso” con il loro bel bicchierone di birra in mano. Birra non acqua minerale. Visto che si è tanto polemizzato nell’estate appena trascorsa ci pare che qualcosa non torni.
Concepire una notte di divertimento e misurarne il successo dal numero di persone ci sembra un parametro vecchio e inutile. Alla fin fine si è trattato di un concerto di un cantante, organizzato in piazza. Non ci sembra un’idea originale e qualificante. Oltretutto un centro storico gremito all’inverosimile non offre neppure garanzie di sicurezza e non possiamo accorgerci “dopo” del problema.
Per quanto riguarda poi gli affari d’oro, leggiamo quello che ha riportato la stampa locale: bar, ristoranti hanno fatto affari: piadina, birra e bomboloni. Se facciamo un bilancio economico non so quanto alla città, nel suo insieme, sia convenuto.
Per ultimo rileviamo che il Comune, a cui riconosciamo le migliori intenzioni, si è messo ad organizzare anche l’intrattenimento serale di massa. Ci saremmo aspettati che l’Ente rappresentativo dei commercianti rivendicasse l’organizzazione di eventi per animare il commercio del centro storico, premesso che, secondo noi, non è con queste serate che si dà un contributo alla cultura, premesso che molti ravennati si sono chiusi in casa.
Per ultimo rileviamo che il Comune, a cui riconosciamo le migliori intenzioni, si è messo ad organizzare anche l’intrattenimento serale di massa. Ci saremmo aspettati che l’Ente rappresentativo dei commercianti rivendicasse l’organizzazione di eventi per animare il commercio del centro storico, premesso che, secondo noi, non è con queste serate che si dà un contributo alla cultura, premesso che molti ravennati si sono chiusi in casa.
Noi abbiamo proposto che siano i commercianti ad organizzare eventi simili, coordinandosi con il Comune e anche con contributi economici da parte del Comune, cioè della cittadinanza. Che gli eventi tengano conto della peculiarità culturale di Ravenna. Che abbiano un filo conduttore comune. Che siano organizzati per zone o per quartieri in maniera da distribuirli su più serate, senza le “folle oceaniche”.
Gli esempi di cose simili ci sono anche qui vicino: Bagnacavallo.
Carlo Zingaretti
Ravennadomani
Io sono a studiare a Copenhagen e questa ipocrisia della lotta all' alcool qua non esiste. Preferiscono investire nei mezzi pubblici perchè, e credo che questo sia il punto, chi si fa il c..o tutta la settimana ha diritto ad un momento di evasione. E non ha essere criminalizzato per un bicchiere di birra. Saluti
RispondiElimina