domenica 17 ottobre 2010

SI E' PARLATO DI TURISMO. RIPORTIAMO L'INTERVENTO DI ASSHOTEL

Cernobbio, 24 ore fa...........

pubblicata da Filippo Donati il giorno domenica 17 ottobre 2010 alle ore 11.31



 Cernobbio 16 ottobre 2010

Dopo avere ascoltato gli interventi di ieri, sono sorte, in noi di Asshotel, notevoli perplessità. Per evitare il rischio di cadere nel generico vogliamo partire da una diversa angolazione di analisi.
Sembra che tutti facciano finta di non sapere che c’è un 2010 da dimenticare, un 2010 che ha segnato il punto più basso della redditività delle nostre aziende.
Durante tutto l’anno ci siamo sorbiti la lettura dei dati statistici sull’andamento del turismo nazionale davvero stucchevole, da una parte pubbliche amministrazioni, comuni province regioni e stato che descrivevano situazioni più o meno rosee, all’insegna dell’ottimismo, ma che non facevano il paio con le dichiarazioni delle Associazioni di categoria che denunciavano perdite di fatturato, di competitività del sistema e di affanno del comparto … bicchiere mezzo pieno o bicchiere mezzo vuoto ?!
E' forte l’impressione di un approccio al tema incapace di assumere una visione ampia e strategica. La formula del fare rete deve non deve essere una sommatoria ma un prodotto nuovo e ulteriore rispetto ai suoi componenti. Sappiamo che il picco disoccupazionale verrà raggiunto nel primo trimestre 2011, nessuno lo ha detto.....volete farmi credere che siamo anche incapaci di vere analisi dei numeri, incapaci di orientare l’offerta, di segnalare agli operatori quello che accade prima, durante e dopo le stagioni.
In questo modo signori il sistema si sta incartando su se stesso, diventa autoreferenziale, esattamente quello che noi di Asshotel non vogliamo essere. Delle cose che sono di comune accordo riconosciute come “andate bene” è inutile discutere e sarebbe molto peggio gloriarsi. È il momento di mettere a bilancio e mettere a fuoco soprattutto i segni meno, le cose non riuscite, i problemi aperti, molti dei quali noti, da tempo, a tutti noi della filiera. Qui il problema non è se il Ministro fa cose o ne fa altre, qui il problema è culturale, un Ministro del Turismo senza ministero e senza portafoglio in un paese come l’Italia è inconcepibile, vengono messi pochi soldi nel turismo nonostante ad ogni convegno, comizio o forum lo si definisca il petrolio del paese.
Ieri ho sentito ripetere più volte le parole “opportunità” “Innovazione” “rilancio” “valorizzazione” “sostegno” “sviluppo” “concertazione” nel frattempo non c’è paragone con quello che altri paesi investono, perfino l’Austria ed il Marocco investono più di noi, ma quel che è peggio è che non solo non ci sono risorse ma nemmeno politiche strutturali. Si pensa al turismo come ad un fattore etereo, immateriale … non che non lo sia … anzi, ma il turismo ha bisogno di strade e sistemi aereoportuali concepiti con logiche di processo e non di funzione, di alberghi ben tenuti, di operatori motivati, di personale ben formato, di urbanistica, di credito e di qualcuno che pulisca alla fine.
Il turismo è fatto di tanti mestieri umili, ed è fatto al contempo di grandi scelte strutturali.
Vogliamo forse continuare a fare del turismo una questione di trovate ?!
Pensiamo di cavarcela sempre con delle trovate ?!
Tanto di cappello per chi ha poche risorse ma non basta.
Io invece vorrei evidenziare che nessuno ha accennato a Basilea 3........!!!!
Serve lo Stato nel turismo signori, dove non c’è lo Stato il turismo non funziona.
Noi di Assohotel consideriamo il turismo un’industria a “partecipazione statale”
Ora il punto che resta da indagare è: come mai tutti citano il turismo come risorsa nazionale, ma nelle politiche economiche non ve ne resta traccia ?
Ipotizzo una risposta.
Scommettere su una risorsa turistica di rilievo per l’economia italiana è troppo scomodo, tanto scomodo che nessuno si assume l’onere di ipotizzarlo o abbozzarlo.
Significherebbe approntare scelte vere e radicali nel settore della logistica dei trasporti, contrastare la rendita fondiaria e immobiliare in un paese che ne sta morendo soffocato, significherebbe un nuovo slancio ad aprire le regioni del sud, ed altri pezzi del paese, alla legalità economica.
Se la vediamo così capiamo perché sia più facile recitare la solita e ben nota litania: eravamo i primi e adesso siamo i quinti, i sesti … dobbiamo recuperare il terreno perduto e per farlo basta che la gente veda quanto siamo belli. Ma il Turismo signori non aspetta, il turismo viaggia alla velocità di internet, a questo proposito segnaliamo che il portale Italia.it non è al passo con i tempi, ha una architettura vecchia, contenuti superficiali, spesso anche sbagliati, improntato su una comunicazione unidirezionale. Al 15 di ottobre mantiene in primo piano le proposte mare, mentre la ricerca delle strutture ricettive non funziona.
Il turismo non è altro che lo specchio dell’intera questione del sistema Italia.
Perché quando ragioniamo di industria ci occupiamo degli impianti e quando ragioniamo di turismo non ci occupiamo di alberghi?
Dobbiamo fare di più Signor Ministro, Signor Amministratori, Signori Colleghi, pensiamo ad un provvedimento semplice come la detassazione del valore aggiunto della vendita degli alberghi dal proprietario all’affittuario, questo significherebbe veramente dinamizzare tutta la situazione e riaprire una nuova mutazione nelle nostre strutture ricettive. Ci sono diversi progetti di legge da più parti che lo prevedono e che aspettano di essere approvati. Ecco una prima prova dei fatti. Per noi e per il Governo.
Io non sono qui a chiedere l’equiparazione dell’Iva agli altri Stati concorrenti, lo so che non ce lo possiamo permettere di questi tempi.
La legge 135 non è mai stata usata se non per fare errori, come gli STL di due comuni, di una provincia di una valle: ecco il proliferare di “land of tourism” o di STL con nomi a dir poco Disneyani, “Sublimazione dell’acqua” … realtà territoriali in concorrenza, con pochi fondi ciascuna per andare a farsela, la concorrenza, in luoghi lontani e difficili, disperdendo tutti in inutili riti autocompiacenti. Ognuno per sé, con una APT provinciale che va alle fiere, un STL di tre comuni che fa una conferenza stampa a Portland, una Camera di commercio che apre una vetrina a Parigi, un festival musicale che si presenta a Tokio,un aeroporto contro un'altro suo vicino che corre dietro al carrer con il portafoglio in mano.
Per quanto potremo continuare a permetterci 13.000 enti che si occupano di turismo, 13.000 ricette, sistemi, dove fiumi di denaro creano rigagnoli improduttivi.
La parola chiave è geometria variabile, darci un ordine, procedere con metodo e le sedi per affrontare questa sfida ci sono, ecco perchè chiediamo convinti di rivedere il commissariamento di Enit, perché diventi il vero motore trainante della nostra offerta sui mercati esteri, e basta sentirsi sempre dire dalle Regioni che è colpa dello Stato e dallo Stato che è colpa delle Regioni…Se la prerogativa, quella della competenza esclusiva sul turismo, sancita dalla Costituzione la si reputa sbagliata, cominciamo a pensare ad una modifica costituzionale ?!?!?! Abbiamo necessità una politica nazionale, !!!!! le Regioni e lo Stato traccino i percorsi, l’Enit ci guidi. Noi di Asshotel auspichiamo che venga presa in considerazione la revisione della 135 per passare dai Sistemi turistici locali a sistemi di prodotto nazionali, non più destinazioni quindi, eccetto per le tre città di maggior richiamo, ma prodotti: il balneare, il termale, la montagna, l'enogastronomia, le città d’arte.
Governiamo insieme questo turismo che non è né di destra né di sinistra cosa ci vuole per capirlo ?! Chiudo con una nota che mi preme molto se non per il rispetto di quei miei colleghi che gestiscono le loro strutture affiancati dalle loro famiglie. La dimensione media del sistema turistico alberghiero italiano è di 31 camere contro una media europea di 28. Quindi l'anomalia non siamo noi. L'anomalia è quella di una classe politica dirigente che confonde la piccola impresa con un modello ridotto della grande impresa.
Mi sembra caro Ministro, che lei possa contare su assohotel se non altro per la estrema chiarezza e correttezza con la quale avanziamo le nostre perplessità e con la quale saremo lieti di collaborare alla concertazione delle prossime e decisive strategie che lei vorrà intraprendere.
Per concludere visto che fortunatamente il Ministro Brambilla ha parlato di Cenerentola e non di Bella Addormentata... “e vissero tutti felici e contenti.....”.

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